Progettato in stile neogotico dall’ing. Francesco Gualandi di Bologna, il Santuario è un inno a Maria e al Molise. Interamente scolpito in pietra locale, la prima venne posta il 28 settembre 1890.
La Chiesa per il suo stile architettonico rientra nell’ambito del movimento artistico denominato Gothic Revival.
La pianta è di tipo radiale con sette cappelle laterali e si sviluppa su una superficie di circa 2800 metri quadrati.
Essa simboleggia un cuore, la parte centrale, trafitto da sette spade, i sette dolori di Maria, le sette cappelle; la cupola ha un’altezza di 52 m e sorregge tutto l’impianto architettonico. Tale disposizione planimetrica è d’immediata lettura se si osserva la volumetria dell’intero complesso architettonico: dall’alto corpo centrale, sovrastato dalla cupola, si dispongono a raggiera i bracci più bassi delle cappelle.
Incastonati tra le svettanti torri campanarie che racchiudono la facciata tripartita dai pilastri, sormontati dai caratteristici gigli, spiccano i tre portali ricamati di mosaici nelle lunette e da rosoni lobati sui quali campeggiano i pinnacoli. E’ un intarsio di pietra, che riporta alle arti antiche dei molisani, in una metafora della mano esperta che tesse il tombolo. Tutto l’ornato della facciata è opera di artisti della pietra locali, dei fratelli Chiocchio di Oratino e dei fratelli Pasquini di Pietrasanta.
La Chiesa per il suo stile architettonico rientra nell’ambito del movimento artistico denominato Gothic Revival.
La pianta è di tipo radiale con sette cappelle laterali e si sviluppa su una superficie di circa 2800 metri quadrati.
Essa simboleggia un cuore, la parte centrale, trafitto da sette spade, i sette dolori di Maria, le sette cappelle; la cupola ha un’altezza di 52 m e sorregge tutto l’impianto architettonico. Tale disposizione planimetrica è d’immediata lettura se si osserva la volumetria dell’intero complesso architettonico: dall’alto corpo centrale, sovrastato dalla cupola, si dispongono a raggiera i bracci più bassi delle cappelle.
Incastonati tra le svettanti torri campanarie che racchiudono la facciata tripartita dai pilastri, sormontati dai caratteristici gigli, spiccano i tre portali ricamati di mosaici nelle lunette e da rosoni lobati sui quali campeggiano i pinnacoli. E’ un intarsio di pietra, che riporta alle arti antiche dei molisani, in una metafora della mano esperta che tesse il tombolo. Tutto l’ornato della facciata è opera di artisti della pietra locali, dei fratelli Chiocchio di Oratino e dei fratelli Pasquini di Pietrasanta.
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